ABSTRACT DEL KEBOOK
INTRODUZIONE LIBRO ANGORIS "Di ben in meglio". E' questo il motto che campeggia sotto il ritratto a stampa del colonnello Locatelli, realizzato nel 1649. Trascorsi 370 anni, non è cambiata la vis che anima Angoris, né il temperamento dei Locatelli che, seppur di un altro ramo, hanno in comune con i primi l'innata capacità imprenditoriale e la vocazione a migliorare ciò che amministrano. Alcuni anni fa, quando Marta Locatelli mi ha chiesto di scrivere la storia della tenuta, ero pronto a fare un saggio. Poi, a sorpresa, mi disse "hai presente I promessi sposi? Mi piacerebbe un libro simile"... Colto da stupore, poiché non capivo se mi credeva capace di essere un romanziere, ma anche da imbarazzo, in quanto sarebbe stata una sfida, accettai. Da quel momento tornai indetro di una trentina d'anni, quando avevo avuto per la prima volta fra le mani la corrispondenza dell'eroe della Guerra dei Trant'anni, ma anche i diari di de Claricini e di altri personaggi del passato imparentati con i baroni Locatelli. Queste frequentazioni migliorarono, poiché trovai la succitata stampa, poi i ritratti di Francesco, la foto e l'autoritratto a carboncino di de Claricini, le foto di alcuni di loro. Così, leggendo e rileggendo, la mia immaginazione era aiutata dai loro volti. Finalmente noti. Quindi cominciai a ricercare altre fonti: atti notarili, testamenti olografi, inventari, pagamenti, rendite agrarie, epistolari e diari scritti durante la Grande guerra, rotocalchi del '900, immagini suggestive o anche tristi del periodo bellico, autobiografie, quotidiani dell'800 e tanto, tanto altro. Come unire, però, narrazioni così lontane tra loro? Come amalgamare fonti così difformi? Ho inventato un personaggio: Carlotta, una giovane crocerossina padovana, capitata a Villa Locatelli - Langoris - Ospedale da campo n. 230. Questo mi ha permesso di collegare fatti accaduti in momenti distanti, in luoghi diversi, grazie alla ricca biblioteca e all'archivio in cui Carlotta trovava affascinanti memorie del passato, cronache puntuali, oppure oggetti misteriosi nelle stanze e nelle soffitte della grande casa. Flash back e ritorni al futuro, per parlare anche del presente. Come appare evidente al lettore, non si poteva trascurare il mondo del vino e dell'agricoltura in generale, considerato che questo libro narra della Tenuta di Angoris, da ancor prima che nascesse, giacché i Locatelli avevano vigneti a Novali, a Gorizia, nel Collio. Né poteva passar in secondo piano l'alone cavalleresco che accompagna questa storia, talvolta quasi leggendaria. A partire dal Cavaliere del Lavoro Giulio Locatelli, grande industriale pordenonese, nonno di Marta, che acquistò la tenuta nel 1968. E i cavalli da corsa dei conti Miani, che ad Angoris erano allevati per farli correre nei più famosi ippodromi. L'ufficiale di cavalleria austroungarico, nonché abile cavallerizzo, Pirro de Hagenauer, sposa una nipote di Cecilia che era convolata a nozze con Alexander Ritter von Clarisini, ovvero cavaliere de Claricini, tanto utile a me per averci lasciato il manoscritto I promessi sposi! Anche il primo barone di Eulenburg e Schonfeld, Locatello, era sì colonnello di fanteria, ma aveva un gruppo di "montati" cioè di truppe a cavallo. Questi famigerati cavalieri, che l'editore non vedeva tanto bene in copertina, ricordano i cavalìrs: i bachi da seta, in friulano, così importanti per l'economia agraria del '700 e dell'800.