ABSTRACT DEL KEBOOK
Con vero piacere ma soprattutto con grande onore ho accettato di redarre la prefazione di questo testo a cura del Prof. Recchia Rocco,studioso, docente, ma soprattutto compagno di viaggio nell’esplorare le sfumature dell’anima. I suoi studi e la sua passione per la filosofia, gli hanno permesso una visione del particolare, dello sfondo e del profondo dell’umano sentimento/vissuto quando si sperimenta “il maldamore”. “ Ego nec sine te, nec tecum vivere possum” scriveva Ovidio (Amores 3,11B,7), non posso vivere né con te né senza te, una sintesi perfetta di una passione ambivalente per natura. Pablo Neruda, nella poesia “Aspro amore” dipinge un quadro di parole: Aspro amore, viola coronata di spine, cespuglio tra tante passioni irto, lancia dei dolori, corolla della collera, per che strade e come ti dirigesti alla mia anima? Perché precipitasti il tuo fuoco doloroso, d'improvviso, tra le foglie fredde della mia strada? Chi t'insegnò i passi che fino a me ti portarono? Quale fiore, pietra, fumo ti mostrarono la mia dimora? Certo è che tremò la notte paurosa, l'alba empì tutte le coppe del suo vino e il sole stabilì la sua presenza celeste, mentre il crudele amore m'assediava senza tregua finché lacerandomi con spade e con spine aprì nel mio cuore una strada bruciante. Secondo la teoria psicoanalitica la scelta del partner è legata a come il bambino o la bambina hanno vissuto e superato l’età edipica (mediamente 4-6 anni); fase questa molto delicata per lo sviluppo psicosessuale. In questo periodo il bambino si innamora del genitore del sesso opposto, con il quale tenta di costruire un rapporto privilegiato mentre per il genitore dello stesso sesso vive un sentimento conflittuale. In questa fase, l’atteggiamento dei genitori e le loro reazioni al naturale comportamento del bambino, condizionerà il ricordo edipico rimosso del bambino, ricordo che sarà proiettato nelle fasi successive e quindi nell’età adulta. Già nell’adolescenza, quando la scelta dell’oggetto d’amore si sposterà fuori della famiglia, questo ricordo riemergerà. In questa fase , il ricordo rimosso delle dinamiche di relazione con i genitori ( fase edipica), si manifesterà nel tentativo/desiderio di rivivere, superare e compensare i conflitti del passato. Si tenderà, allora, di cercare un partner con alcune caratteristiche del genitore di sesso opposto se l’amore per lui non è stato superato, mentre se l’amore è stato conflittuale ci si orienterà verso possibili partner con caratteristiche opposte a quelle del genitore. L’intensità e la tendenza ossessiva verso situazioni compensatorie sono proporzionali ai sentimenti vissuti nei confronti dei genitori. La scelta del partner allora si presenterà come terapeutica ovvero tendente a risolvere un conflitto intrapsichico. Secondo la teoria sistemica la scelta del partner è legata ad una fusione tra bisogni familiari e bisogni personali: un fattore può prevalere sull’altro in relazione al tipo e all’intensità di relazione con la famiglia di origine. L’influenza della famiglia di origine riguarda soprattutto: valori ,funzioni,il mito e il relativo mandato familiare. Il mito familiare è un insieme di rappresentazioni, valori e credenze condivise riguardanti l’immagine che i membri di una famiglia hanno di sé stessi e dei ruoli reciproci all’interno della famiglia stessa. Quando il mandato familiare prevale sui bisogni individuali, la scelta del partner si orienta verso caratteristiche esteriori, come la posizione sociale, il prestigio sociale e la ricchezza economica Per comprenderlo è necessario conoscere e comprendere i contenuti simbolici che appartengono a più generazioni di individui. Il mito familiare, da un lato, ha una sua funzione omeostatica perché assicura continuità all’identità dei suoi membri e funziona come meccanismo di difesa/resistenza al cambiamento. Dall’altro con il tempo può subire delle modificazioni importanti, spesso in corrispondenza delle tappe evolutive, in cui è richiesta una modificazione funzionale dei rapporti all’interno del sistema. E’ chiaro quindi come il mito familiare ed il mandato ad esso collegato abbiano una funzione importante nel determinare la scelta del partner. Se la scelta del partner si orienta verso i bisogni individuali, le relazioni saranno meno conflittuali; la scelta del partner sarà più libera, più consapevole e meno frettolosa. L’amore sarà vissuto come unione e sarà valorizzata dall’alleanza cooperativa tra i coniugi. Quando i bisogni individuali sono inquinati dalle dinamiche familiari con la famiglia di origine e dai conflitti irrisolti durante lo sviluppo, questi si presenteranno mascherati. E’ come se si indossassero delle lenti che deformano la realtà: si inseguirà un ideale che avrà la funzione di compensare angosce, paure, ansie. L’altro non viene visto nella sua interezza, ma viene riconosciuto e identificato per quelle caratteristiche necessarie per la propria “salvezza” (spesso di tipo narcisistico). In conclusione, pertanto l’altro, il partner, l’amato è sempre in parte usato narcisisticamente come un contenitore per alcune parti di noi. In lui cioè proiettiamo uno o più aspetti di noi stessi: questo meccanismo può riguardare parti idealizzate o parti indesiderabili. Questo processo può dimostrarsi evolutivo e favorire l’integrazione quando il rapporto con il partner permette di riconoscere e sanare le parti di noi che abbiamo fino a quel momento negato e respinto, diminuendo in questo modo la proiezione di aspetti scissi Al contrario questo meccanismo può essere usato in maniera difensiva ,per cui la relazione con l’altro diventa il mezzo per negare la propria realtà psichica. In questo modo si ignorano e si disconoscono le parti di sé che sono state proiettate nel partner, al fine di mantenere un controllo sugli aspetti più angoscianti del sé. La scelta del partner allora è tutt’altro che casuale. Dott.ssa Rosanna Mansueto Psicologa-Psicoterapeuta