ABSTRACT DEL KEBOOK
"Noi siamo europei" disse nel 1940 mia nonna Betsi a sua figlia Angiola, che le aveva chiesto se eravamo italiani, croati o austriaci. E' la terza parte della saga familiare dei Dominis, signori senza patria, perché la salvezza nella fuga è stato il loro destino. La saga inizia con "Al rogo per l'Europa", la storia di Marcantonio de Dominis, e prosegue con "Il mistero di John Dominis" ossia "Fuga dall'Europa". Tutto inizia con la fuga dei Frangipane da Roma intorno al 1200. Per due secoli i Frangipane - famiglia romana d'origine ebraica che aveva diviso il pane con il popolo durante la carestia - erano stati i maggiori elettori del Papa, ma poi erano caduti in disgrazia. Un ramo si era spinto a Nord stabilendosi sull'isola di Veglia nel Quarnero, divenendo la più potente famiglia ducale del nord della Dalmazia. Ma a fine del '300 la famiglia si divide parteggiando o per la Serenissima o per il Sacro Romano Impero. I Frangipane de Dominis (Dominis, probabilmente un appellativo per signori) nel 1434 divengono conti di Arbe, Zara, Cherso e Buccari, grazie all'arcivescovo Giovanni de Dominis che riesce a far eleggere imperatore Sigismondo di Lussemburgo. Giovanni morirà combattendo contro i turchi. Ma quando nel '500 gli Asburgo s'impossessano dell'impero rendendolo ereditario, i Dominis fanno atto di dedizione a Venezia e scelgono identità e cultura italiane. Nel 1571 Giovanni de Dominis, comandante delle galee dalmate, ritorna vittorioso ad Arbe dalla guerra di Lepanto, mentre il fratello Simone muore in battaglia. Suo nipote Antonio, vescovo di Segna, morirà combattendo a Lissa contro i turchi, e il nipote Marcantonio de Dominis diverrà arcivescovo di Spalato e scienziato. Fuggirà a Londra considerato eretico per la sua idea di costituire una Europa cristiana, superando i dogmi. La sua salma sarà processata dall'Inquisizione e bruciata al rogo in campo dei Fiori. Nel 1815 John Dominis ricercato dalla polizia austriaca come carbonaro, fuggirà in America dove un armatore ebreo di Boston gli affiderà una goletta per circumnavigare le Americhe e commerciare con gli indiani di Oregon e Alaska. Suo figlio diverrà principe consorte dell'ultima regina delle Hawaii. Mio nonno Giovanni rifiuta di combattere per l'impero austriaco contro gli italiani nella prima guerra mondiale, nel dopoguerra si rifiuta di rendere omaggio al nuovo re dei Serbi, Croati e Sloveni in visita all'isola di Arbe, durante la dittatura di Ante Pavelic rifiuta la corona di Croazia che gli offre. Ha appena scoperto che nell'isola di fronte, a Pago, i croati ustascia bruciano ebrei, serbi e zingari. Un anno dopo nel campo di raccolta di Arbe, gestito dai fascisti italiani, scopre che vi sono state deportate le famiglie ebraiche sue vicine di casa a Zagabria, informa il Vaticano e riesce ad ottenere di ospitarle nel suo albergo Astoria. Il nonno era anche riuscito a salvare la vita a suo suocero Ignazio Fischer che era stato arrestato a Zagabria perché ebreo. L'8 settembre del 1943 mio nonno e mia nonna con i quattro figli fuggono dall'isola di Arbe a Venezia con i soli vestiti estivi addosso evitando di essere trucidati dai partigiani titini. Non potranno tornare mai più nelle loro case saccheggiate ed occupate e rivedere i propri parenti. Io sono nata a Trieste.