ABSTRACT DEL KEBOOK
C’è un silenzio di lacrime trattenute davanti alla Cupola di Hiroshima. Proprio qui, seicento metri sopra il centro espositivo industriale Gembaku Domu, alle otto e un quarto del sei agosto 1945 il bombardiere americano B-29 sgancia Little Boy che, a dispetto del nome tranquillizzante, è la prima bomba atomica della storia. Era un lunedì, come oggi. Settantaquattro anni dopo comitive di giapponesi, turisti a casa loro, ingoiano singhiozzi e si coprono gli occhi con fazzoletti bianchi perché non si piange in pubblico. Sono tanti e tutti soli. Non ci si parla, non ci si tocca e neanche ci si guarda. Ognuno è naufrago e zattera di se stesso. L’edificio è sventrato e i cumuli di pietre sono ammucchiati sul pavimento che fu inferno e tomba.