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Finanzieri italiani a Fiume perseguitati dai titini, 1945

Col 3 maggio 1945 gli jugoslavi entrano a Fiume, che era del Regno d'Italia dal 1924. I titini arrestano decine di finanzieri, poi li fucilano o li deportano nei campi di concentramento di Tito

  • Genere Memorie
  • Lingua Italiano
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Finanzieri italiani a Fiume perseguitati dai titini, 1945
Col 3 maggio 1945 gli jugoslavi entrano a Fiume, che era del Regno d'Italia dal 1924. I titini arrestano decine di finanzieri, poi li fucilano o li deportano nei campi di concentramento di Tito

ABSTRACT DEL KEBOOK

All’indomani dell’8 Settembre 1943, la città di Fiume, viene occupata dai Tedeschi, i quali la mantengono sino al 3 Maggio 1945. Così ha raccontato Aldo Tardivelli. Dopo l’armistizio, i finanzieri rimangono al loro posto. Inizialmente agli ordini del generale italiano Gastone Gambara, il quale, essendo rimasto in città con le sue truppe, si era impegnato con i Tedeschi a difenderla sino all’arrivo dei rinforzi. Ciò nonostante i finanzieri fiumani continuano a fornire il loro contributo per la tutela dell’ordine pubblico e, soprattutto, in aiuto alla collettività. Si adoperano per difendere le attività economiche e la corretta distribuzione dei generi alimentari. Si giunge così al mesi di aprile 1945. La compagnia si trova al comando del tenente Giovanni Capozzi ed era impegnata nella vigilanza degli uffici finanziari, di alcune fabbriche e della sede della Banca d’Italia. Nonostante gli effetti dei bombardamenti, i finanzieri continuarono il loro servizio. Compito gravoso come quello di salvaguardare l’incolumità della Manifattura Tabacchi, quotidianamente assalita da rapinatori e presa di mira dagli stessi occupatori Tedeschi. Avendo aderito al Movimento di liberazione, molti membri della Compagnia, fra i quali lo stesso maresciallo Vito Butti, forniscono ai partigiani jugoslavi armi, munizioni, denaro e vestiario.

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